Da "SAXOPHONE COLOSSUS" – Sonny Rollins -
Una delle Sette Meraviglie della Terra era il Colosso di Rodi, una statua di bronzo raffigurante Apollo alta 30 metri, che appariva cavalcare il canale che portava al pilastro del porto di Rodi. Eretta verso il 280 a.C. fu abbattuta da un terremoto nel 224 a.C.
Sonny Rollins difficilmente sembra essere stato abbattuto da un terremoto; non vive a Rodi (e nemmeno in California). Il suo contributo al jazz è solido al punto di resistere alla distruzione di un terremoto o di qualsiasi altro fenomeno naturale. Al contrario il modo di suonare di Sonny ha causato parecchi movimenti degni di nota nel sismografo del jazz negli ultimi anni.
Dei cinque brani presenti in questo LP, tre sono stati composti da Rollins; uno è una ballata standard, mentre l’altro è una melodia tratta da una commedia musicale tedesca che divenne abbastanza popolare negli USA durante il 1956. Ognuno dei cinque brani ha un suo caratteristico sapore che rende l’ascolto di questo disco, un’esperienza variopinta.
St. Thomas, che prende il nome da una delle Isole Vergini, è un suadente Calipso che vi ronzerà in testa nei momenti più inaspettati. Sonny è uno dei jazzisti newyorchesi la cui famiglia proviene dalle Indie Orientali (Arthur Taylor, Mal Walrdon, Kenny Drew, Cecyl Payne ed Ernie Henry sono gli altri) e quindi ha sentito questo ritmo e questa melodia sin dalla giovinezza. Il suo assolo è una delizia nel modo in cui fraseggia di fronte, sopra ed attorno al feeling ritmico della melodia caraibica. Max Roach brilla nel suo aspetto distintivo, ed ancora una volta svela il suo approccio alla batteria.
A Chicago, il luogo degli studi di Sonny durante il 1955, rende omaggio in Strode Rode; lo Strode Rode Lounge è una locale sala da jazz. Il pungente motivo minore sottolineato da Max, porta dritto all’energico assolo di Sonny, che inizia con passaggio d’appoggio senza piano. L’impeccabile Tommy Flanagan è fluido come sempre e ardente in modo più manifesto del solito. Sonny e Max si scambiano riflessioni in una irsuta conversazione prima che il brano si concluda.
Doug Watkins e Max Roach preparano la traccia per il mezzo basso Blue 7, un blues minore, di forza, con assoli di tutti i musicisti. Sonny esegue parecchi interventi di contenuto diverso dagli assoli degli altri. La poliritmia fantasiosa di Max e l’intelligente disposizione di idee, rendono il suo assolo uno dei migliori che abbia registrato.
You Don’t Know What Love Is è una ballata standard; una di quelle che finora non è mai stata esageratamente ripetuta. La versione spontanea di Sonny, si aggiunge a quelle significative di Miles davis, di Dinah Washington che vengono subito alla mente.
Il musical tedesco sopra ricordato è L’Opera da tre soldi ed il brano Moritat, o come è diffusamente conosciuto "l’Aria dall’Opera da tre soldi. Sonny dimostra come un jazzista possa realizzare qualcosa di fresco e diverso solo con la sua interpretazione ed il suo metodo. Quando Louis Armstrong lo registrò in un’edizione strumentale e cantata, il brano aveva un certo feeling jazz, ma era più diretto al pubblico dello spettacolo. Sonny sembra sentirlo in un modo più attuale di quanto non indichino i suoi fraseggi.
L’utilizzo del termine colosso, porta alla mente il suo aggettivo di derivazione "colossale", una parola che ha avuto diffusione tra i rivali venditori di film di Hollywood nelle loro pubblicazioni cartacee che avevano come oggetto le stupide vicende che passavano sugli schermi della nazione. Il vocabolario dà al termine "colossale" il significato di gigantesco, enorme, vasto. Quando lo si applica al talento di Sonny, prende l’ulteriore significato di profondo.
¾
Ira Gitler